Pagine

sabato 27 giugno 2009

L'uomo non è l'errore che ha commesso

Continua il periodo prolifico, probabilmente stimolato dall'aria che si respira in questi giorni, non sperate che duri troppo...magari finirò con un'altro periodo di silenzio...

Quello che voglio narrarvi oggi è quello che mi è successo ieri: sono andato in visita al carcere di Spoleto, ed il titolo prende spunto da una maglietta che indossava un carcerato.
Innanzitutto sono andato in veste formale: al concorso di cortometraggi a cui ho partecipato come giudice abbiamo assegnato un premio ad un video proveniente dal carcere che si intitolava "libri d'evasione". La bellezza del video, il messaggio e la realizzazione ci avevano spinti ad assegnare un premio speciale, e ieri siamo stati invitati a partecipare ad un incontro culturale all'interno del carcere durante il quale avremmo conosciuto i detenuti e sarebbe stato proiettato il video.
Bene, l'impatto è stato duro, anche se da quel che ho capito questo carcere è uno dei meno peggio in Italia. Dopo una buona attesa siamo entrati, spogli degli oggetti personali e con mille raccomandazioni da parte delle guardie. I lunghi corridoi, le telecamere, le sbarre rendevano il luogo abbastanza claustrofobico. Tutti tentavamo di dissimulare la tensione sorridendo amabilmente e parlando e scherzando ad alta voce, dopotutto saremmo stati a contatto con detenuti appartenenti ai settori di media e massima sicurezza ma dopotutto sempre uomini.
L'incontro si è tenuto in una specie di palestra, dove erano state posizionate delle sedie e un proiettore. Inizialmente ha parlato il direttore del carcere, una persona molto umana, o almeno questa è stata la mia impressione, poi c'è stata la visione del film ed altre chiacchiere. Faceva un pò impressione avere le targhette "visitatore" in mezzo a loro, mi ha dato un pò l'impressione di una procedura ghettizzante. Abbiamo conosciuto i ragazzi che hanno realizzato il video, ed anche il regista del cortometraggio, mi sono sembrate molto cordiali. Sono successi due episodi che vi voglio raccontare. Il primo riguarda un ergastolano che sosteneva di essere stato accusato di un triplice omicidio ingiustamente, diceva infatti di essere un semplice ladro. Ha scontato già 10 anni e ci raccontava che quelli erano giusti per i reati che ha commesso, e che se avesse ucciso sarebbe stato giusto anche l'ergastolo ma non riesce a trovare pace dato che si sente innocente.
Il secondo è ironico dato che noi siamo bibliotecari, e c'è stato un detenuto che chiedeva se avessimo contatti con degli editori perchè lui scrive e voleva essere prodotto.
Dopo un'ora all'interno io desideravo già uscire, non è un'ambiente in cui ci si sente a proprio agio. Sarebbe formativo per qualsiasi cittadino provare l'esperienza della visita almeno una volta nella vita, io sicuramente la ricorderò per molto tempo.

Ciao a tutti e buonanotte

1 commento: