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domenica 20 dicembre 2009

Al Charles De Gaulle airport è già Natale

Pronti, partenza, via.
Di nuovo in viaggio, destinazione Istanbul. Sono emozionato, conosco le mie compagne di viaggio in aeroporto, è la prima volta che esco dalla conosciuta Europa.
Ho il passaporto in tasca, continuo a toccarlo nervoso. Non dovrebbe servire, ma è sempre meglio averlo.
Facciamo scalo a Parigi, è il 3 dicembre ma all'aeroporto internazionale è già Natale. Natale per ricchi, mi piaceva una cintura ma non riuscivo nemmeno a contare gli zeri...
Si riparte, azioni collaudate mi permettono di non fermarmi troppo ai chek-in, la tensione comunque è palpabile, sotto le feste i controlli aumentano.
Arriviamo ad Istanbul, è già sera e non vediamo nulla. Ci immergiamo nelle viscere della metro e ci facciamo trasportare fino alla stazione degli autobus. Riemergiamo sotto una pioggerellina fastidiosa, attaccati da tassisti e venditori di camere d'hotel. Scappiamo muti, ed in lontananza ci giungono gli echi degli ultimi tentativi di approccio nella nostra lingua natale. Probabilmente abbiamo scritto in fronte italiani...
Restiamo ad aspettare in una fumosa stanza l'arrivo del primo bus, quello delle 05:40. Dopo un sonno nervoso riusciamo a partire. Ogni tanto apro gli occhi e vedo soldati con il mitra. Preferisco non guardare, chiudo gli occhi e mi riaddormento. Dopo un viaggio interminabile arriviamo a destinazione a mattina inoltrata. La temperatura è mite, e la cittadina di Eceabat appare tranquilla. Dopo una doccia facciamo un giro turistico. C'è poco da vedere e dopo poco ci rifugiamo in albergo in attesa degli altri gruppi che sarebbero arrivati alla spicciolata.
Lo scambio culturale è stato un relativo fiasco, poteva essere organizzato meglio. Ciononostante abbiamo conosciuto persone interessanti, ci siamo confrontati con diverse culture, abbiamo visto luoghi che non conoscevamo e sentito raccontare parti di storia sconosciute. Inoltre abbiamo imparato un sacco di errori in inglese.... ;)
Una cosa degna di nota è il cibo, davvero prelibato, peccato che dopo una settimana, di regime alimentare poco vario, abbiamo avuto tutti la malattia del viaggiatore. Poco male, ci siamo ripresi in fretta.
Abbiamo anche visitato Canakkale, sulla sponda asiatica dei Dardanelli, ed è stata la mia prima volta in Asia. Diciamo che non si sentiva la differenza con l'Europa, ma era divertente sapere di essere in un altro continente. Il traghetto che faceva spola nello stretto, funzionava a copertoni: faceva puzza e sprigionava nell'atmosfera un denso fumo nero...
Prima di tornare in patria ci siamo permessi il lusso di fermarci un giorno e mezzo a visitare Istanbul. All'inizio non mi aveva colpito favorevolmente, vuoi a causa della stanchezza, vuoi a causa del clima artico. Ma dopo un sonno ristoratore e la svolta climatica ho cominciato ad apprezzare la città fino ad innamorarmene il giorno seguente al Gran Bazaar! Non trovo le parole per descriverlo, dovete andare a vederlo!
Un bacio a tutti...

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